Antiqua, nasce la fusion colta e popolare e
il pubblico canta
Serata ad alta energia con la Confraternita
de’ Musici. Esordio vincente del Festival bolzanino
di musica antica
di Giacomo Fornari
BOLZANO. Una proposta originale in un luogo fascinoso
– il Mariaheim di via Novacella a Bolzano –
e la contagiosa musicalità della Confraterna
de’ Musici hanno contribuito al successo dell’esordio
di Antiqua, il piccolo-grande festival dedicato alla
musica del tempo che fu offerta, come da tradizione,
nel rispetto della filologia e della prassi esecutiva.
Claudio Astronio, Marco Facchin, Andrea Gallesi e
Ugo Orrigo possono essere soddisfatti. Da quando partecipa
alle attività del Bolzano-Festival, Antiqua
ha saputo ritagliarsi una propria identità
inimitabile, facendo affidamento su un pubblico competente,
appassionato ed in costante crescita. E che quello
di Bolzano sia un pubblico particolarmente musicale,
l’ha dimostrato il concerto del 7 agosto scorso
quando per un’originale bis, gli interpreti
sono riusciti a far cantare il pubblico a due voci
per concludere la serata in un catartico parapiglia.
La scelta musicale del gruppo pugliese è da
intendere come una via che sta tra la musica popolare,
la musica classica e la musica antica con Napoli come
epicentro. Il concerto, iniziato quasi in sordina,
è andato a mano a mano crescendo mettendo in
luce le grandi qualità del gruppo bene assortito.
Raffaele Tiseo e Giovanni Rota (violino), Simone Gaetano
(violoncello), Giuseppe Petrella (chitarra barocca),
insieme al tenore Alessandro Giangrande ed al cembalista
e concertatore Cosimo Prontera, hanno accompagnato
il numeroso pubblico in un viaggio in particolari
meandri musicali colti e popolari al tempo stesso.
Tra pizziche, tarante, siciliane e tarantelle, eseguite
in modo assolutamente impeccabile e senza mai cadere
nello scurrile, la Confraterna de’ Musici ha
donato atmosfere esotiche in quel triangolo di terra
benedetta tra i casermoni di via Roma e le costruzioni
di via Novacella in un’atmosfera quasi trasognante.
Aiutati da un tocco dei colori delle luci e da un
pieno possesso del palcoscenico, i musicisti pugliesi
hanno lanciato un messaggio importante, senza mai
dimenticare anche l’aspetto filologico, così
importante per chi esegue musica antica oggi. A rendere
la miniatura ancora più interessante una splendida
esecuzione della “Follia” di Vivaldi e
della Ciaccona di Andrea Falconieri. Per quanto riguarda
le parti più popolari del programma, egregiamente
cantate da un dosatissimo Giangrande, il lavoro della
Confraternita riporta indietro agli esperimenti fatti
25-30 anni fa dalla Nuova compagnia di Canto popolare,
da Eugenio Bennato o da Teresa De Sio. L’apparentamento
tematico, però, non deve ingannare: quelle
erano sperimentazioni che si rivolgevano al grande
pubblico, mentre il concerto dell’altra sera
ha saputo mettere in mostra i punti di contatto e
di contaminazione tra repertorio colto (con tanto
di un madrigale di Biagio Marini) e repertorio popolare,
scegliendo il primo come punto di partenza e di arrivo
al tempo stesso. Gli applausi piovuti al termine della
serata sono stati la migliore conferma che anche nel
campo della musica antica c’è spazio
per una “fusion” di altissima qualità.
09 agosto 2012
I Concerti dell’Ottobre Musicale
di Cartagine 2009
... l’Istituto Italiano di Cultura ci prometteva
una serata di puro piacere, e l’impegno è
stato mantenuto.
Il programma era allettante, poiché ci era
proposta una carrellata sulle cantate ed arie del
17.mo e del 18.mo secolo,
spesso di ispirazione popolare. Mi attendevo fare
delle scoperte interessanti, la realtà è
andata al dilà di quanto speravo e ho oggi
delle ottime ragioni di esplorare questo mondo così
particolare, da me poco conosciuto ancora ...
La “Confraternita de’ Musici” è
stata fondata a Brindisi nel 1997 dal direttore e
clavicembalista Cosimo Prontera. Questo complesso
ha avuto da allora un’intensa attività,
tanto in Italia quanto all’estero, interessando
al suo repertorio un pubblico sempre più esteso
ed affascinato. Attorniato dal tenore Alessandro Giangrande,
dai violinisti
Raffaele Tiseo e Giovanni Rota, dal violoncellista
Gianlorenzo Sarno, dal tiorbista e chitarrista barocco
Giuseppe Petrella e dal percussionista Vito De Lorenzi,
Cosimo Prontera ha diretto e partecipato alla esecuzione
di un sostanzioso programma, che ha avuto inizio con
una “Ciaccona” del napoletano Andrea Falconieri.
Con essa il tono era dato e la via aperta alla prima
opera vocale, una canzonetta tratta da “L’amante
felice” di Giovanni Stefani, che consentiva
ad Alessandro Giangrande di “entrare in scena”
in modo spigliato, con voce omogenea in tutti i registri,
grande facilità negli acuti e spassosa espressività.
Di ben altro carattere è stato il brano successivo,
un madrigale di Claudio Monteverdi, “Si dolce
è il tormento”, in cui il tenore mostrava
un’altra faccia del suo talento, più
colta, con voce trattenuta ed accenti dolenti. Dopo
“Canarios” di Gaspar Sanz, interpretato
con raffinata delicatezza da Giuseppe Petrella, veniva
un autentico fuoco di artifizio con la cantata in
napoletano “L’amante impazzito”
del pugliese Simone Coya, aria sfrenata, vivacissima,
uno scioglilingua per il cantante, un diletto per
l’ascoltatore ilare.
Una breve parentesi riportava un po’ di pace
nella navata dell’ex Basilica di San Luigi di
Cartagine, oggi dedicata alla cultura. Di Antonio
Vivaldi era allora interpretata con molta delicatezza
la “Sonata XII op.1 La Follia” per soli
strumenti. ... Di anonimo su moduli tradizionali del
17.mo secolo, Il Guarracino, che si innamora di una
sardella !!!....
E da questa canzone popolare, mandata avanti con un
ritmo travolgente, con urla, schiamazzi, risa, pianti,
è scaturita una folata di buon umore tale da
risollevare gli animi degli ascoltatori. Non paghi,
reclamando un bis, ottennero anzitutto lo spassosissimo
“Caporal Simon”, ed in premio supplementare,
una trascinante ripresa di parte de “L’amante
impazzito”.
Così prendeva fine, nel buon umore, una serata
da ricordare con piacere e dalla quale si esce culturalmente
più ricchi e vogliosi di ulteriori scoperte.
Daniel Passalacqua – 10 / 10 / 2009
Il Corriere di Tunisi
Corriere Euromediterraneo
Octobre Musical de Carthage
«La confraternita de'Musici» à
l'Acropolium
Réminiscences baroques
Esthétique baroque et musique lyrique étaient
à l'honneur dimanche dernier, du côté
de l'Acropolium de Carthage, qui a accueilli la «Confraternita
de'Musici» pour un programme intitulé
«Pazzo per amore» (fou d'amour).
Une soirée consacrée aux cantates, aux
airs et aux tarentelles de la musique napolitaine
des XVIIIe et XVIIe siècles. Cet événement
s'inscrit également dans le cadre de la IXe
édition de la semaine de la langue italienne
dans le monde.
«La Confraternita de'Musici», fondée
en 1997 par Cosimo Prontera, est une association culturelle
musicale, à but non lucratif, originaire des
Pouilles (Puglia, sud-est de l'Italie). Ses activités
s'articulent essentiellement autour de la promotion
de la culture musicale sous tous les angles, à
travers des colloques, des concerts, des recherches,
etc. Avec des débuts bien accueillis en 1997,
à l'occasion du Barocco festival «Leonardo
Leo»... .
Un orchestre brillamment dirigé par son fondateur
Cosimo Prontera au clavecin, accompagné des
solistes Raffaele Tiseo (violon principal), Giovanna
Rota (violon), Gianlorenzo Sarno (violoncelle), Giuseppe
Petrelle (théobre et guitare baroque), Vito
De Lorenzi (percussions) et le «ténor»
Alessandro Giangrande, nous a proposé une promenade
lyrique dans les confins d'une musique du terroir,
celle de Naples des XVIIe et du XVIIIe siècles.
La note est donnée par deux morceaux, le premier
signé Andrea Falconieri (1585/6- 1657), un
compositeur et luthiste italien de la première
moitié du XVIIe siècle (début
de la musique baroque). Le concertino a abordé
son oeuvre «Ciaccona» pour enchaîner
avec l'aria populaire «L'amante felice»
de Giovanni Stefani interprété par Alessandra
Giangrande, une voix à la tessiture subtile
et précise.
La suite s'est poursuivie avec de simples refrains
aux violons accompagnant Giangrande dans une poignante
mélodie «Si dolce è el tormento»
de Claudio Monteverdi dont l'oeuvre était exclusivement
vocale. Cosimo Prontera introduisant minutieusement
à chaque fois les morceaux joués, l'idée
initiale étant de faire connaître la
musique napolitaine traditionnelle, dressé
devant son clavecin (instrument à cordes, privilégié
pendant la période baroque de l'écriture
en contrepoint et de la réalisation de la basse
continue) au gré des mélodies, il dirige
avec grâce et volupté ses solistes. Un
solo de guitare baroque aux vibrations voluptueuses
(qui se rapprochent un peu de celles du qanoun) insufflé
des mains de Giuseppe Petrelle introduisant «Canarios»
du compositeur et guitariste baroque espagnol Gaspar
Sanz, rejoint de si tôt des violons, du violoncelle
et des percussions.
Le programme se corse et s'affirme avec une cantate
en langue napolitaine pour seule voix et «L'amante
Impazzito» de Simone Coya. Le «ténor»
soutenu par les musiciens, tel un conteur, nous met
en scène l'histoire d'un amant, qui tente de
conquérir le coeur de sa bien-aimée
en lui offrant, comme cela se faisait à cette
époque, une chanson (ou en engageant quelqu'un
pour le faire). Une cantate au thème profane,
celui de la passion construite par l'alternance entre
rythme lent et emporté. Un mouvement lent pour
commencer qui devient, ensuite, plus vivace avec l'entrée
en jeu des violons et des percussions, se calmant
de nouveau pour reprendre de plus belle avec des notes
effrénées et entraînantes, image
de ces déclamations joyeuses. La prestation
de Giangrande était bouleversante d'expressivité
que le jeu admirable des solistes n'a fait que rehausser,
toujours guidé subtilement par Prontera.
La soirée bat son plein et l'orchestre enchaîne
avec une sonate du virtuose du violon Antonio Vivaldi,
l'un des plus importants compositeurs de la période
baroque. Une agréable harmonie des notes que
nous offre La Confraternita de'Musici en s'attaquant
à la 7e sonate de l'opéra «Follia».
Les violons se soutiennent, se complètent et
se chevauchent, rattrapés par les notes graves
du violoncelle. La précision du jeu se confirme
jusqu'à la fin. Le dernier morceau est introduit
par les percussions glissant admirablement dans les
mains de Vito De Lorenzi pour annoncer «la canzoni
del Guarracino» sur des modules traditionnels
du XVIIe siècle. Une mélodie joyeuse
et mélodieuse pour clore ce récit de
la passion fougueuse à travers les réminiscences
musicales subtiles d'un art baroque sans cesse réanimé.
Meysem M.
www.lapress.tn - 21 / 10 / 2009
Concert de “La Confraternita de’
Musici” (Italie)
Le Baroque à l'honneur...
L'Acropolium de Cartage et la Section culturelle
de l'Ambassade d'Italie en Tunisie ont accueilli dimanche
dernier, " La Confraternita de’ Musici"
une formation qui remet à l'honneur la musique
baroque. Entre chants et musique, en groupe ou en
solo, la splendeur de jadis a été revisitée
sous le dôme de l’Acropolium...
Cosimo Prontera (clavecin), Alessandro Giangrande
(ténor), Raffaele Tiseo et Giovanna Rota (violons),
Gianlorenzo Sarno (violoncelle), Gioseppe Petrella
(théorbe et guitare baroque) et Vito de Lorenzi
(percussions) sont les sept acolytes qui ont envahi
la scène de l' Acropolium. Leur programme retrace
l'itinéraire de la musique baroque dans l'Italie
de l'entre deux siècles. En effet, les partitions
interprétées dataient du XVIIème
et XVIIIème siècles et l'on pouvait
lire les noms de Andrea Falconieri, Giovanni Stefani,
Simone Coya ou encore l'incontournable Antonio Vivaldi.
Si certains noms demeurent peu connus ou méconnus,
la musique, elle, était l'ambassadrice d'un
siècle et la voix du compositeur. Sous les
doigts des musiciens ou à travers la voix du
ténor, cette musique d'un siècle révolu
a livré ses subtilités et ses moments
forts dans une sorte de badinerie où la légèreté
apparente cachait, dans ses soubassements, la profondeur
inhérente à la composition.
Les musiciens ont entraîné le public
dans une " fête galante " et l'on
se serait cru dans les rues de Naples ou sur les grandes
places des villes italiennes tant les compositions
étaient ancrées dans la tradition et
l'interprétation fidèle à la
partition originale. Les longues explications qui
précédaient le morceau à jouer
dans la langue italienne (langue qui n'était
accessible qu'à une partie du public et pas
à la majorité), ont terni quelque peu
la magie de la soirée. Malgré ce "
bémol ", la musique et le chant offraient
une ivresse particulière dans l'exubérance
et la subtilité du baroque. " La Confraternita
de’ Musici" a capté l'attention
et a entraîné les spectateurs dans une
aventure musicale où la voix aux cordes s'est
mêlée pour devenir l'échappatoire
vers l'ailleurs.
Si " l'Embarquement pour Cythère "
demeure une toile qui happe le regard et incite au
voyage, notre Cythère fut, cette musique qui
allie le traditionnel au classique et la mesure dans
la démesure. Les sept acolytes de " La
Confraternita de’ Musici" ont conjuré
le silence par la voix, une voix qui vient de loin
dont l'écho demeurera inaltérable dans
les mémoires de ceux que l'Octobre Musical
a accueillis un dimanche soir sur la colline de Carthage...
Raouf Medelgi
Jetset magazine.net 20 /10 / 2009
Théâtretunisien.com
Le Temps
Festival Internazione - Octobre musical
de Carthage 2009
L’ensemble La Confraternita de’ Musici
si è esibito a Cartagine -Tunisi a conclusione
della IX settimana della lingua italiana nel mondo
su invito dall’Ambasciata italiana e di comune
accordo con l’Istituto di Cultura di Tunisi.
Il concerto è stato parte essenziale del Festival
Internazionale “Octobre musical de Carthage
2009”.
Attestazione di stima importantissima considerato
che La Confraternita de’ Musici è stato
l’unico l’ensemble italiano ad essere
presente alla chermesse internazionale. Bella soddisfazione
— ormai abituale diremo per la compagine brindisina
— vedersi elencata tra nomi di spicco della
musica internazionale come Quintette Villa-Lobos –
Brésil; Manuel Guillén, violon, Maria
Jesùs Garcia, piano – Espagne; Isabelle
Faust, violon – Allemagne; Ayano Shimada, piano,
Ryoko Yano, violon – Japon; Daniel Rubenstein,
violon, Nozami Kanda, flûte, Mehdi Trabelsi,
piano – USA; La Confraternita de’ Musici
– Italie; Mateusz Czech, piano – Pologne;
Laura Mikkola, piano – Finlande; Nasseer Chamma,
aoûd, Yasmine Azaïez, violon - Irak –
Tunisine, ed altri.
L’ensemble ha convinto ancora una volta. Giusta
l’espressività all’interno di un
esecuzione fresca e coinvolgente che passava dalla
disarmante semplicità ma con un testo sublime
del madrigale di Claudio Monteverdi Si dolce è
il tormento, alla fantasiosa ed apparentemente eterogenea
cantata in dialogo di Simone Coya. Con questi elementi
hanno tenuto il pubblico “alla corda”
il tenore Alessandro Giangrande, supportato da una
affiatatissima compagine strumentale. “Ci riteniamo
dei privilegiati – ha commentato il direttore
dell’ensemble Cosimo Prontera - per aver proposto
un programma di tal genere in un paese ultimo avamposto
della Cultura orientale in una lacation, la Cathédrale
di Saint-Louis all'Acropolium di Cartagine, veramente
d’eccezione.
PiazzaVittoria.net - 29 /10 /2009
Brundisium.net
Brindisisera.it 17/10/2009
Il Disco
Review
La Musica per Stanza
Leonardo Leo (1694-1744) was a Neapolitan composer
whom academics have sometimes pushed as the missing
link between Pergolesi and the full flowering of the
early Classical style. Niccolò Jommelli and
Gluck's rival Piccinni were among his students, and
his own operas feature smooth, lightly accompanied
arias that do seem to look forward to the spirit of
Gluck and even Mozart. Several recordings of the early
2000s have unearthed his almost-forgotten instrumental
music, with liner notes chiding listeners (in the
words of the present disc) "so entirely enamored
with Vivaldi...that they have ignored music derived
from other circles or styles."??The "La
musica per stanza" subtitle of this disc means
Music for a Room, or chamber music, and it is very
much a mixed bag. The Concerto for 4 violins in D
major that opens the disc might seem too large for
most rooms, and there are also two flute concertos.
In between are 14 so-called toccatas for keyboard,
which are really more like Domenico Scarlatti's harpsichord
sonatas, and an unusual little Marcia per due violini,
which was a forerunner of the divertimento-type music
of Mozart and Haydn. None of it is going to cut into
Vivaldi sales, and despite the annotator's insistence
that Leo's instrumental music ought to be examined
for its progressive tendencies along with his operas,
much of it is of a rather conservative tinge. The
fugal movement of the four-violin concerto looks back
to Corelli, and the flute concertos are pleasant dinnertime
music but don't have the textural surprises of the
still little-understood late Vivaldi. Most interesting
are the keyboard toccatas, which at least shed light
on a little-known segment of Italian Baroque music.??
All that said, this is a well-played collection of
pieces for those seeking a better acquaintance with
the music of the period. La Confraternita de' Musici
and its harpsichordist and leader Cosimo Prontera
are not as well known as the various northern European
ensembles that have revived interest in early eighteenth
century performance practices, but they deliver lively
readings with a nice feel for the newly airy tone
that was seeping into music in every Italian city
at this time. Prontera, with lots of harpsichord competition
out there, brings zest to the Gigue and melancholy
to the several slow toccatas. This recording can be
recommended to anyone with a specific interest in
the era, but for the curious, Ensemble 415's G.B.
& G. Sammartini: Concerti & Sinfonie makes
a better place to start with the post-Vivaldi generation
of Italian music. ~ James Manheim, All Music Guide
James Manheim
All Music Guide - 2009
answers.com
Il Disco
Magnificat
Nella sua encomiabile opera di recupero, interpretazione
e registrazione della musica di Leonardo Leo (1694
- 1744), con un CD della Tactus registrato nel maggio
del 2006, La confraternita de’ Musici diretta
da Cosimo Prontera è approdata in un paio di
composizioni sacre che non poco aggiungono ai meriti
conosciuti del grande maestro pugliese: un Salve Regina
per soprano, violini e basso continuo e un Magnificat
a quattro voci, dove l’amabile scrittura “napoletana”
si concilia perfettamente con le esigenze della polifonia
liturgica; e dove, mentre gli ottimi strumentisti
della Confraternita si incaricano di accompagnare,
appoggiare quasi cullare il canto, le voci brillano
in un solismo che è tanto netto quanto nobile
e discreto. Il soprano Antomella Tatulli squaderna
subito il suo timbro argentino all’inizio del
Salve Regina, per poi “passeggiare” nell’Allegro
“Ad te clamamus”, quasi gemere nel Largo
“Ad Te suspiramus”, infine implorare commossa
nel Largo “Oclemens”. Nel Magnificat cantano
anche il contralto Angela Masi, il tenore Alessandro
Giangrande e il basso Angelo De Leonardis, non a cappella
ma ancora una volta sorretti dalle virtù dell’esiguo
ma non esangue corpus strumentale. Da solo, poi, Prontera
propone una Fuga in sol min. per organo che risulta
esemplare di forma ma anche chiara, squillante, comunicativa,
com’è giusto per un compositore italiano
(un dotto compositore italiano, meglio) un esecutore
ormai espertissimo in questo repertorio (nonché,
si presume dal nitore quasi scientifico del suono,
di quello contemporaneo tedesco bachiano). A confrontare
l’antica musicalità pugliese il CD comprende
anche delle Litanie di Pasquale Cafaro e un salmo
di Giuseppe Tricarico- colleghi della provincia di
Lecce l’uno precedente e l’altro successivo
a Leo, musicisti spesso citati e basta ma qui, finalmente
e gustosamente ascoltabili.
Piero Mioli
Musica e Scuola 15 / 01 / 2008
Il Disco
Il musicista nato nel Salento tra le rose
e gli altari barocchi
Meglio guardare da sud la scuola napoletana fiorita
nel Settecento. Si Scopre che a formarla erano in
gran parte musicisti nati in Puglia, come Leonardo
Leo a cui la Tactus dedica un disco in cui la dignità
delle altre pagine sacre di Giuseppe Tricarico e Pasquale
Cafaro serve a far brillare piuttosto tutta la grandezza
di un compositore ancora in ombra.
Molto lascia intendere l’affetto che trasmette
l’interpretazione della Confraternita de’
Musici diretta da Cosimo Prontera. Basterebbe la febbre
leggera dell’estasi che prende la voce nel finale
del Salve Regina a trasportarci fra rose e gli altari
barocchi che ossessionavano tanto alche Carmelo Bene.
Alessandro Taverna
Corriere della Sera ........
Il Disco
La Musica per Stanza
... In questa azione di grande riscoperta di questo
straordinario autore va ad inquadrarsi l’ultima
fatica de La Confraternita de’ Musici ensemble
tutto pugliese che da anni si cimenta in ricerca e
in studio appropriato nelle riesecuzioni. Segnalazione
avuta dal decano dei musicologi in Puglia Giuseppe
A.Pastore che una volta ascoltato il lavoro così
si è espresso:
... Il concerto a quattro violini obbligati e basso
continuo di Leonardo Leo è, forse, una delle
composizioni più interessanti di tutto il Settecento.
Stile, tecnica ed estetica si fondono organicamente.
... Non è facile, quindi, eseguire l’opera
del Leo; ma l’esecuzione contenuta nel cd Leonardo
Leo: La Musica per Stanza - Tactus - TC 693702, ci
ha convinti; d’altra parte non poteva essere
altrimenti perché la produzione è stata
affidata a Cosimo Prontera, musicista di raffinata
intuizione, il quale ha anche ben realizzato il continuo.
Gli archi, sono stati molto bene al loro non facile
compito, esaltando, in modo particolare, la dinamica
del concerto. Le 14 “toccate” di Leonardo
Leo sono ben inquadrate e ben realizzate al cembalo
dal Prontera che in questa esecuzione ci ha mostrato,
ancora una volta, la sua tecnica e le sue qualità
musicali. Dopo una “Marcia” per due violini
il cd termina con i due “concerti per flauto”
eseguiti con grande gusto, perizia tecnica e stile
dal flautista Marcello Gatti. Ci congratuliamo molto
con La Confraternita de’ Musici e col suo maestro
di concerto per la realizzazione di questo cd: vario
e colmo di gusto, mostrandoci la validità della
scuola napoletana e la potenza, anche attuale, della
musica di Leonardo Leo. Il CD è stato pubblicato
col sostegno dell’Unione dei Giornalisti di
Puglia e del Barocco Festival “Leonardo Leo”,
festival di musica antica che la città di San
Vito dei Normanni tributa al suo illustre cittadino.
Giuseppe A. Pastore
La Gazzetta del Mezzogiorno
La Diana Amante di L. Leo
Accortamente guidata al cembalo da Cosimo Prontera,
La Confraternita de’ Musici ha affrontato una
partitura dall’apparenza fin troppo facile con
notevole coscienza stilistica e filologica, estendendosi
ad un continuo comprensivo anche di violoncello e
chitarrone ai flauti, all’oboe, al fagotto,
strumenti tutti ovviamente mediati da una sostanziosa
compagine di archi (Christoph Timpe violino principale):
sempre morbido il suono, lirico, timbrato, in perfetta
linea con una musica misurata, cantabile, forse anche
un po’ sorniona e ammiccante. Così comoda
e cantabile è stata anche la direzione di Prontera,
che ha inteso bene la natura allegorica, idilliaca,
nobilmente “finta” della vicenda senza
mai cercarvi chissà quale drammaticità.
Sulla stessa linea, dolce e appena un po’ ironica,
si sono mossi i quattro bravi cantanti: il soprano
Arianna Vendittelli (Amore) ha brillato per gran parte
dello spettacolo, qua e là per la scena ma
soprattutto cantando con voce squillante, argentina,
sicurissima anche nelle colorature; il contralto Angela
Masi (Diana) è stata il giusto contraltare
a tanta vivacità, grazie a una voce sonora
e centrale e non di meno a un fraseggio vibrante,
scoperto, a volte quasi tragico; il tenore Aldo Gallone
(Endimione) dalla voce limpida e omogenea, ha cantato
cantato le arie con una calma olimpica che dava piena
ragione al suo personaggio mitologico (un giovane
pastore amato da Diana e pressoché sempre dormente,
sognante, trasognato, svagato), trovandosi richiesto
ad un singolare recitativo accompagnato da strumenti
ma privo di cembalo, il basso Angelo De Leonardis
(Proteo),... ha attenuato della sua buona voce dovendo
impersonare un personaggio così sentenzioso.
Piero Mioli
Sipario - Gennaio 2008
Così il Settecento rivive nella musica
di Leonardo Leo
Ritorna da stasera e fino all' 8 settembre il Festival
di musica antica intitolato al compositore settecentesco
Leonardo Leo che si svolge nella sua città
natale San Vito dei Normanni. Dieci anni per un festival
musicale in Puglia sono un traguardo ragguardevole,
che indica la serietà del lavoro compiuto e
la stima meritata: altrimenti con le croniche difficoltà
di finanziamento e le accresciute pastoie della burocrazia
regionale non sarebbe sopravvissuto. Il merito indiscusso
di questo successo è la generosa testardaggine
del suo creatore e direttore artistico, Cosimo Prontera,
che ha da sempre creduto nel binomio ricerca musicologica
(con il Centro Studi Leonardo Leo da lui diretto)
e pratica musicale storica, realizzata con il suo
complesso Confraternita de Musici, che ha registrato
ormai numerosi cd di inediti di Leo e eseguito la
sua musica anche fuori dei confini regionali. ...
Il clou del Festival di quest' anno è costituito
domenica 28 agosto nel Chiostro dei Domenicani di
San Vito dalla esecuzione della serenata di Leonardo
Leo Diana Amante da parte della Confraternita de Musici
diretta da Prontera, con i cantanti Antonella Tatulli
(Amore), Assia Polito (Diana), Alessandro Giangrande
(Endimione), Angelo De Leonardis (Proteo). Si tratta
di una deliziosa composizione encomiastica scritta
da Leo nel 1717 ed eseguita una sola volta in epoca
moderna oltre vent' anni fa ma non con strumenti d'
epoca.
Dinko Fabris
La Repubblica — 19 / 8 / 2007
La Diana di Leonardo
... Del resto, non molta musica è così
fluida, amabile, melodica; e non è frequente
ascoltarne esecuzioni altrettanto scorrevoli e comunicative.
La serenata di Don Lionardo.
Il lavoro di Prontera non sarà stato facile,
a ridosso di una partitura che intanto è rimasta
manoscritta, ... notevole l’esecuzione vocale,
fra l’altro impegnata su molte e magnifiche
arie ma anche su un terzetto e un quartetto: il soprano
Antonella Tatulli (Amore) possiede un timbro e uno
spirito che sanno ricostruire immediatamente un personaggio,
il basso Angelo De Leonardis (Proteo) ha una tecnica
è un fraseggio che gli permettono di dare un
espressione anche alle colorature, il tenore Alessandro
Giangrande (Endimione) ha buona voce e bella pronuncia
(magari da raffinare con qualche sfumatura), il contralto
Assia Polito (Diana) si disimpegna meglio nelle arie
che nei recitativi e mantiene una severità
d’accento che rende forse più idonea
al canto chiesastico. Ed è eccellente l’esecuzione
strumentale, voluta dal maestro sempre morbida, elastica,
musicale in tutti i sensi, e avvalorata dal contributo
di un primo violino di propensioni patetiche come
Christoph Timpe e un primo violoncello virtuosissimo
come Gianlorenzo Sarno....
Piero Mioli
Sipario Nov - Dic 2007
Nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli
Concerto de
La Confraternita de' Musici.
Successo del Maestro Cosimo Prontera con l'ensemble
di strumenti storici e musiche di Haendel, Falconieri
, Marini e Merulo
La sera del 25 dicembre esibizione, quella della Confraternita
de' Musici ( nell'ambito della V edizione "I
suoni della Devozione" a cura dell'Ufficio Beni
Culturali Ecclesiastici dell'Arcidiocesi Brindisi-Ostuni)
dedicata ad un pubblico di appassionati che apprezzano
la musica barocca, attualmente non popolare come meriterebbe;
lodevole , quindi, é la convinta divulgazione
che ne fa il maestro Prontera per promuoverne la colta
conoscenza.
Abbiamo ascoltato il Gloria di G.F.Haendel, per la
voce di Antonella Tatulli (dalla soave grazia, pur
nelle difficoltà interpretative della partitura,
abilmente superate) la quale ci ha allietati anche
con madrigali di Claudio Monteverdi, Giuseppino del
Biado (che ci era sconosciuto, ma quel diavolaccio
di Prontera è un cane da tartufo e scopre ciò
che è sotterrato...) e Tarquinio Merula. Finale
corrusco e scoppiettante con la Battalla de Barabaso
yerno Satanas dalla travolgente melodia, con notevole
trascinamento interiore, per accattivare l'ascolto
del pubblico non aduso a recepire un tal genere di
musica. Si evince un grande impegno filologico del
maestro il cui fiuto gli consente anche delle scoperte
tra gli archivi italiani, ricolmi di tesoretti nascosti
e adombrati dal tempo mentre l'encomiabile entusiasmo
gli consente di renderceli noti (com'è stato
per il Drusilla e Don Strabone di Giuseppe Sellitto,
in un CD della "Tactus")...
Alfio Tarullo
Brindisi Seventh 27 /12 / 2005
Cómica italiana divertiu Famalicão
A Companhia italiana de ópera La Confraternitá
de’ Musici teve a sua estreia estreia em Portugal
na Casa das Artes de Vila Nova de Famalicão,
no dia 1 de Maio, com a peça “Drusilla
e Don Strabone”, uma obra do compositor napolitano
Giuseppe Sellitto (1700-1777), dirigida por um dos
maiores cravistas da actualidade, o maestro Cosimo
Prontera , e interpretada pela soprano Antonella Tatulli
e o baríto Angelo de Leonardis.
Perante um público atento e divertido, os intervenientes
da peça encantaram e conquistaram com a trama
cómica apresentada. A peça relata-nos
a história de Drusilla, a jovem viúva,
“espertalhona e conflituosa” que tenta
conquistar um bom partido representado por Don Strabone,
um misógino burlão e falso culto. Strabone
consegue fugir às "garras" da sua
conquistadora, mas não à ira do seu
irmão gémeo que, num duelo, o força
a casar.
Official web site Villanova de Famalicão
04 / 05 / 2004
A Taranto rivive "il faraone sommerso"
di Nicola Fago
Concerto straordinario a Taranto per il secondo appuntamento
della 60ª Stagione Concertistica, promossa dall'Associazione
Amici della Musica "A. Speranza" di Taranto.
Nella chiesa di San Domenico Maggiore (città
vecchia) è stato eseguito l'oratorio sacro
in due parti su testo di Anonimo "Il Faraone
Sommerso" su musica di Nicola Fago "il Tarantino"
(Taranto 1676 - Napoli 1745).
È la prima volta che l'antico sodalizio ionico
dedica una serata al grande compositore e didatta,
unanimemente considerato uno dei grandi della "scuola
napoletana", proponendo l'esecuzione di una delle
sue opere più significative, ovvero l'oratorio
"Il Faraone Sommerso".
A far riecheggiare le note del "Tarantino"
è stato l'ensemble barocco "La confraternita
de' musici" diretto da Cosimo Prontera, lo stesso
che, la scorsa estate, lo ha fatto conoscere, in anteprima,
nel corso del Barocco Festival "Leonardo Leo"
di San Vito dei Normanni, ottenendo un gran bel successo
di pubblico oltre ad essere accolto con molto interesse
dalla critica specializzata.
Ha preceduto il concerto una conversazione a tre voci
e ospitata nel Salone degli Specchi di Palazzo di
Città, sul tema "Intorno a Il Faraone
Sommerso di Nicola Fago" alla quale hanno preso
parte il critico musicale Dino Foresio, direttore
del Centro internazionale di studi "Giovanni
Paisiello", la musicologa Mariagrazia Melucci,
presidente della sezione pugliese dell'I.Bi.Mus. -
Istituto di Bibliografia Musicale nonché autrice
della revisione critica dell'oratorio e dal maestro
Cosimo Prontera, musicologo e direttore dell'esecuzione.
Italiannetwork.it 8 / 12 / 2003
La Confraternita de’ Musici ha concluso nel
migliore dei modi gli appuntamenti del Barocco Festival
Leonardo Leo, la quinta edizione del festival di musica
antica che la città di San Vito dei Normanni
tributa al suo massimo esponente, il musicista “Don
Lionardo” che da questo piccolo paese dell’entroterra
salentino partì alla volta della capitale del
regno, Napoli, per divenire uno dei più illustri
esponenti di quella scuola che sarà denominata
Scuola Musicale Napoletana. E proprio a quel periodo,
il settecento napoletano, che ha puntato l’attenzione
il direttore de La Confraternita de’ musici,
Cosimo Prontera, ormai uno dei protagonisti, con l’intera
compagine, della musica antica in Puglia. E’
evidente che l’appropriato studio della prassi
esecutiva antica, la sensibilità musicale e
la dedizione per la ricerca, hanno permesso risultati
di successo. Il programma, basato su una selezione
d’arie di opere buffe tra le più emblematiche
scritte da Leonardo Vinci, Gaetano Latilla, Leonardo
Leo, sono state eseguite con entusiasmante musicalità
e rigore filologico. Veramente bravi i cantanti Antonella
Tatulli, soprano, Assia Polito, contralto, e Angelo
De Leonardis, baritono, che hanno dimostrato appropriata
presenza scenica, sicure e disinvolte interpretazioni
di personaggi colmi ora di ironia, ora di malinconia,
ora di esilarante comicità in poche parole
abili protagonisti di quel cangiante e teatrale mondo
che è l’Opera Buffa. Il repertorio musicale
napoletano del 700 è uno scrigno colmo di perle
musicali, di pagine di alto valore artistico da ascoltare
e da godere, Come il concerto per archi e cembalo
in sol min. di Francesco Durante (altro protagonista
di questo periodo a Napoli) eseguito, nonostante le
difficoltà tecniche, con disinvoltura e coinvolgente
interpretazione. Così unico concerto per flauto
a becco che scrive il grande Domenico Sarro (tranese
trasferitosi anch’egli a Napoli) affidato alla
sicura esecuzione del flautista Nicola Zaccaria...
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www.comunedisanvitodeinormanni.com/barocconews.
10 / 2001